Ai giorni nostri, il nostro modo di indossare vestiti ed accessori, espone l’ immagine di noi che vogliamo dare al mondo. Ma comunicare il nostro essere ha origini molto più arcaiche. Già nell’antico Egitto per il popolo che viveva lungo le rive Nilo i gioielli erano di vitale importanza. A seconda dei gioielli indossati si poteva riconoscere il rango di una persona. Il faraone e la sua famiglia si distinguevano perché erano i soli che potessero portare gioielli che recavano le figure di scimmie, cobra e avvoltoi. Altri simboli come gazzelle e rosette, si trovavano sui gioielli delle donne dell’harem del sovrano. La condizione sociale di una persona veniva individuata dai diversi ornamenti che portava. Collane, bracciali e anelli come abbiamo visto, venivano decorati con simboli. Spesso potevano essere presenti anche cartigli incisi ad indicare il nome della persona che portava il gioiello.
I monili egizi non solo erano di grande valore in quanto prodotti in oro massiccio, ma soprattutto per la policromia data da pietre e vetri con cui erano decorati i pezzi sapientemente lavorati. Corniola, lapislazzuli, feldspato e onice erano le pietre più usate. Ma venivano anche adoperati vetri colorati, o da argilla vetrificata.
Gli egizi, avevano sviluppato una concezione religiosa incentrata sul culto dei morti e credevano che tutti i fenomeni naturali avessero facoltà divine. Per questo a tutte le forme della natura era attribuito un significato simbolico-religioso.
Ma questi gioielli per il loro carattere magico e simbolico, non potevano essere indossati da tutti. Solo il faraone e i personaggi più altolocati, avevano la possibilità di indossare questi pezzi di distinta gioielleria. Spesso era il re a decidere chi poteva o non poteva. Era consuetudine del faraone fare regali ai suoi cortigiani e nobili in cambio della loro fedeltà. Le scene, del faraone che donava gioielli, erano spesso rappresentate in molte tombe. Ma non solo il faraone regalava gioielli. Anche i sudditi offrivano doni al re o alla classe sacerdotale durante determinare occasioni come la celebrazione dell’Anno Nuovo o la festa di Heb-Sed del re.
A seconda delle decorazioni dei gioielli, si poteva riconosce il rango di una persona.
Il popolo egizio è soprattutto conosciuto per i preziosissimi gioielli che sono arrivati a noi, grazie ai ritrovamenti delle sepolture. Le tombe hanno custodito per millenni le testimonianze di questa cultura.
Gli egizi davano molta più importanza alla morte che alla vita e questo si rispecchiava anche nelle loro sepolture. A differenza delle abitazioni, le tombe erano progettate per resistere nel tempo. Tanto è vero che gli egizi credevano in una vita nell’aldilà dopo la morte. Questo è il motivo per cui nei sepolcri furono inumati svariati oggetti legati alla vita quotidiana che servivano al defunto per poter accedere alla vita successiva. Gli egizi ritenevano che ogni uomo avesse due anime: una che viveva nel corpo e l’altra che sopravviveva dopo la morte. Ma per giungere a questa vita seguente, il defunto doveva combattere le forze del male, per guadagnare la sua anima e tornare alla vita. Per accompagnarlo in questo viaggio, all’interno del sepolcro veniva aggiunto il Libro dei Morti. Che fosse inciso sui muri, dipinto sul sarcofago o scritto su pergamene, a seconda delle epoche, il libro raccoglieva formule e racconti ; narravano il viaggio del Dio Sole che compiva nelle ore buie, combattendo mostri, incarnazioni del male, per tornare a risorgere il giorno dopo, metafora della reincarnazione del defunto.
Grazie al Libro dei Morti, sono arrivate fino a noi anche tutte le pratiche che servivano per conservazione e la salvaguardia sia fisica che simbolica del corpo e dell’anima del defunto. Nel libro vengono descritti dettagliatamente gli amuleti che venivano posti tra le bende. Gli amuleti avevano diverse forme che riproducevano divinità, animali, e simboli divini. I simboli più comuni nell’antico Egitto erano lo scarabeo che simboleggiava il dio del sole Ra e l’occhio di Horus, attribuito alla luna o Osiride. Gli amuleti potevano essere in diversi materiali come oro, argento, pietre preziose o paste vitree.
Poche culture come quella degli antichi egizi hanno dato una così elevata importanza alla vita dopo la morte. Dovuta a questa particolare concezione oggi abbiamo tantissimi reperti che raccontano quella che è stata una delle più importanti culture dell’antichità.
Autore: Giulia Antonaz
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