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Andrew Grima

10 Lug

Nel dopoguerra il Regno Unito conobbe la sua peggiore crisi economica, politica e morale di tutti i tempi. Anche se la guerra era stata vinta, il prezzo pagato fu spaventoso. La crisi che gli inglesi affrontarono si protrasse per tutti gli anni ’50.

Andrew Grima, 1972

Andrew Grima, 1972

Il paese iniziò la decade successiva in sordina, ancora sopraffatto dalla depressione economica. Ben presto però, il paese vide un futuro al di là del buio degli anni trascorsi nell’austerità dettata dalle dure politiche economiche. Due eventi avvennero, nello stesso giorno del 1962, grazie ai quali la nazione tornò alla ribalta. Il 5 ottobre uscì il primo 45 giri dei Beatles, “Love me Do”. I 4 ragazzi di Liverpool con quel disco diedero inizio a una rivoluzione culturale e sociale. Energia e vitalità scossero la severità che per tanti anni attanagliarono il Regno Unito.
Ancora più importante fu l’uscita nelle sale cinematografiche della prima e acclamatissima pellicola di “Agente 007 – Licenza di uccidere”. Si ricorderà quindi un affascinante Sean Connery nei panni di James Bond e di un’ancora più intrigante Ursula Andress, prima Bond Girl della storia, creando anche una nuova immagine di donna sensuale e mozzafiato.
Questi avvenimenti riportarono Londra sulla cresta dell’onda, tornando ad essere una delle capitali più alla moda degli ultimi tempi.

Spilla in oro e diamanti, Andrew Grima, 1973

Spilla in oro e diamanti, Andrew Grima, 1973

La libertà e la creatività si diffusero nella capitale inglese. Anche l’abbigliamento venne selvaggiamente modificato. Artefice fu Mary Quant che dal 1965, immise sul mercato la minigonna e stravolse il modo di vestire la donna. Anche i colori divennero vivaci e contrastanti rispetto al classico abbigliamento color “fumo di Londra” che vestiva la società inglese.
È in questo clima di libertà che anche la gioielleria trovò un nuovo modo di esprimersi nella figura e nel genio creativo di Andrew Grima. Mai nella storia del gioiello si videro pezzi così all’avanguardia, diversi da tutti quelli che erano stati ideati e prodotti fino a quel momento.

Il suo stile, a differenza di quello consueto, proponeva pezzi fuori dall’ordinario. Le sue creazioni erano caratterizzati da oro lavorato e rocce non convenzionali creando effetti straordinari.
I metalli, specialmente l’oro, venivano lavorati imitando texture organiche, dalle rocce alle corteccie di alberi, da ramoscelli ai frastagliati contorni di stalattiti e stalagmiti.

Ursula Andress indossa i gioielli disegnati da Grima vincitori del Duke of Edinburgh Prize nel 1966

Ursula Andress indossa i gioielli disegnati da Grima vincitori del Duke of Edinburgh Prize nel 1966

Grima si ispirava all’intero mondo organico e naturale, utilizzando proprio elementi naturali per creare gli stampi in cui venivano colati i metalli fusi. A completare i pregiati pezzi venivano accostate pietre preziose o meno. Non era raro vedere insieme pietre di poco valore e diamanti. Grima mise, quasi sempre, in secondo piano diamanti e altre pietre preziose. Queste servivano a dare luce alle pietre semi-preziose e alle delicate texture dei metalli lavorati.
Rivoluzionò il mondo della gioielleria, scavalcando la tradizione e i gioielli stereotipati. Non si può rimanere che senza parole davanti ai gioielli di Andrew Grima.

Grima nacque nel 1921 a Roma da padre maltese e madre italiana compiendo gli studi al St.Joseph College a Londra. Prestò servizio nella Seconda guerra mondiale in India e Birmania come ingegnere dopo aver studiato all’Università di Nottingham. Nel 1946 si unì al futuro suocero nella sua gioielleria a Londra. Grima che non aveva avuto una preparazione in oreficeria o design, meravigliò tutti quando presentò la sua prima improvvisata collezione creata da una valigia piena di pietre semi-preziose grezze comprata da un venditore brasiliano.

Andrew Grima, Spilla in oro e diamanti, 1968circa

Andrew Grima, Spilla in oro e diamanti, 1968circa

Dopo la morte del suocero, nel 1951, Grima vendette l’azienda a un compratore di pietre con la clausola di rimanere come designer, sperimentando su materiali e disegni finché non gli furono commissionati dei pezzi basati su modelli in cera disegnati da scultori come Kenneth Armitage, Elisabeth Frink e Bernard Meadows per un’esposizione di gioielleria moderna nel 1961, organizzata dalla Worshipful Company of Goldsmiths.

Grima offrì a Graham Hughes, il curatore della mostra, alcuni dei suoi pezzi e lui colpito da questi, lo introdusse a nuovi potenziali ricchi clienti. Tra i clienti più importanti si contano Jacqueline Onassis, la scultrice Barbara Hepworth, la prima Bond girl Ursula Address e soprattutto Lord Snowdon, con cui stringerà un lungo e duraturo rapporto di amicizia, grazie al quale Grima diventerà il gioielliere della famiglia reale, creando gioielli per la Principessa Margaret, moglie del Lord Snowdon e per la Regina Elisabetta II. Si può ricordare tra le preziose opere d’arte, la spilla in oro con rubini e diamanti, comprata dal Principe Filippo di Edimburgo e regalato a sua moglie, la Regina, nel 1966, che fece molte apparizioni sulle vesti e sui cappotti della sovrana inglese in svariate occasioni, come il messaggio natalizio televisivo della Regina nel 2007 proprio il giorno antecedente alla dipartita del gioielliere.

La Regina Elisabetta II indossa la spilla di Grima in oro con rubini e diamanti regalata dal marito il Principe Filippo nel 1966

La Regina Elisabetta II indossa la spilla di Grima in oro con rubini e diamanti regalata dal marito il Principe Filippo nel 1966

La bellezza, l’eleganza e l’originalità che Grima rifletteva nei suoi pezzi lo portò a vincere numerosi premi, tra cui il “Duke of Edinburgh Prize for Elegant Design” per la prima volta ottenuto da un gioielliere. La fama e la ricchezza ricavata dalla vendita di clienti facoltosi, lo portò ad avere negozi globalmente, aprendo a New York, Sydney o Tokyo. Di grande successo fu la collezione “About time” nel 1969 da lui ideata per l’azienda Omega. La collezione era formata da 85 orologi, ognuno dei quali era caratterizzato da un quadrante in pietra preziosa, invece che vetro, dallo stile unico.

Con i suoi gioielli fuori dall’ordinario, Grima sconvolse il mondo della gioielleria tradizionale, influenzando molte generazioni a venire. Dopo la morte nel 2007, le redini dell’azienda furono prese in mano dalla figlia Francesca, continuando con lo stile avanguardistico del padre.

Scorpio Watch, Andrew Grima per Omega, 1969

Scorpio Watch, Andrew Grima per Omega, 1969

Grima certamente non è un nome tra i più conosciuti, ma il suo nome come il suo stile, viene riconosciuto da poche persone, quelle che contano. I clienti che si possono permettere i costosissimi gioielli di Grima sono quelli che collezionano arte, sculture e dipinti e soprattutto collezionisti che vedono nei gioielli di Grima l’unicità e la bellezza.  Spesso nei grandi gioielli non c’è bisogno di guardare il logo o la firma per riconoscerne il fautore di quel piccolo pezzo d’arte. Come in pochi altri casi i gioielli di Grima sono talmente unici e iconici che si possono riconoscere anche da lontano.

Autore: Giulia Antonaz

Photo credits: pinterest.com; grimajewellery.com; gq-magazine.co.uk