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Trifari e il trionfo del bijoux

15 Mag

A partire dagli anni ’30, in seguito alla crisi economica del periodo post bellico, i gioiellieri, che subiscono un forte abbassamento di clientela, per sopravvivere iniziano a produrre, accanto alle tradizionali linee di gioielli veri, nuove serie di bijoux, falsi ma eccellenti per stile e fattura. Questo fenomeno fa si che negli Stati Uniti si raccolgano i più grandi disegnatori emigrati sin dal secolo precedente, quali Alphred Philippe e Gene Verri tra gli altri, e si inizi a produrre in larga scala. In breve, la mania del bijoux conquista le donne di ogni classe sociale, aumentano le industrie del settore ed emergono le più importanti case di bigiotteria firmata, al grido

Un diamante è per sempre, uno strass è per tutte!

La moda femminile negli anni '30

La moda femminile negli anni ’30

L’uso del bijou diventa il segno di una progressiva democratizzazione della società e del riscatto del ruolo della donna nella società contemporanea, il cui valore non è più dettato dalla famiglia a cui appartiene (e di cui eredita i preziosi) bensì dalle proprie capacità e doti, anche di eleganza e fantasia.

Trifari, braccialetto Art Decò, 1920

Trifari, braccialetto Art Decò, trifanium e strass, 1920

L’idea di base è che ogni donna ha diritto di sentirsi speciale e può farlo indossando qualcosa di bello; la “bellezza” di un gioiello può non dipendere più soltanto dalla preziosità del suo materiale, conta anche l'”idea”, l’estro creativo di un designer, unito all’esperienza degli artigiani in grado di creare prodotti curati e definiti in ogni dettaglio. I materiali, anche se dai costi contenuti diventano unici e sfavillanti perché arricchiti da strass e false perle. In questo contesto di grande innovazione del costume e della società che apre la strada alla seconda metà del XX secolo, la casa di bijoux a nome Trifari è certamente una delle protagoniste più acclamate. Il marchio porta oltreoceano tutta l’arte e l’estro creativo del “made in Italy”, tramandato dalla tradizione artigiana partenopea.

Pubblicità Trifari, in Vogue, dicembre 1944 e Harper's Bazaar, gennaio 1945

Pubblicità Trifari, in Vogue, 1944 e Harper’s Bazaar, 1945

Nata in America nel 1918 dall’orefice napoletano Gustavo Trifari e dal suo socio Leo F. Krussman (il primo dotato di esperienza artigiana ed estro creativo, il secondo di capacità imprenditoriale), il marchio si arricchisce nel 1925 di un terzo socio, Carl Fischer, e raggiunge il successo negli anni ’30, quando le riviste teatrali di Broodway usano per il loro palcoscenico solo ed esclusivamente gioielli Trifari per spettacoli di larga fama quali La grande guerra e Roberta.

Pubblicità Trifari della collezione Sahara, in Harper's Bazaar, 1963

Pubblicità Trifari della collezione Sahara, in Harper’s Bazaar, 1963

Il successo da quel momento è in continua ascesa: il marchio Trifari continua a produrre anche durante la Seconda Guerra Mondiale, resistendo alle restrizioni sulle importazioni dei metalli imposte dal governo americano. Durante la guerra i bijoux vengono prodotti utilizzando una lega in argento, con la quale i geniali designer realizzeranno degli affascinanti melanges di colori e materiali. Sempre negli anni del conflitto, la casa non solo continuerà a produrre a largo consumo ma addirittura si inventerà gioielli patriottici, spille e ferma pellicce a forma di aquila, bandiera e emblemi di intenti celebrativi, con i quali si aggiudicherà un contratto in esclusiva per progettare e realizzare il logo dell’England Royar Air Force.

Spilla Trifari Crows, 1950

Spilla Trifari, trifanium color oro e perline, 1950

Gli anni che vanno dal ’40 al ’60 sono considerati l’età d’oro della bigiotteria americana, dal 1953 al 1957 Trifari firma addirittura in esclusiva gioielli per la moglie del Presidente degli Stati Uniti Eisenhower, Ladie Mamie, che li indossa nelle cerimonie ufficiali, creando una vetrina tra le più illustri nella lunga e fortunata storia del marchio. La tradizione si è rinnovata negli anni ’90, quando tra le ammiratrici del marchio troviamo un’altra celebre first lady, Barbara Bush.

Collana Trifari in trifanium color oro giallo e perline smaltate color turchese, 1957

Collana Trifari in trifanium color oro giallo e perline smaltate color turchese, 1957

L’utilizzo di materiali poveri e di modesto prezzo per la realizzazione di tutti i gioielli, imposto dalla crisi economica conseguente la seconda guerra mondiale, diventa, grazie all’abilità della casa Trifari come di altre case produttrici di bijoux degli stessi anni (Eisenberg, Hobè, Robert, Boucher, Miriam Haskell, Coro, Weiss, Sara Coventry, Kramar, Art, Lisner, Vendome) una vera e propria tendenza, conquistando un’imponente fetta di mercato.

Spilla Trifari in trifanium color oro, 1960

Spilla Trifari in trifanium color oro, 1960

Ma quali sono le ragioni di un successo così grande? intanto per Trifari hanno lavorato tra i maggiori designer di gioielli, da Alfred Philippe, che all’inizio della sua collaborazione con la casa nel 1930 vantava già un curriculum d’eccezione (Cartier e Vaan Cleef & Arpels) fino all’artista, fotografa e designer Diane Love, che negli anni ’70 realizzò per Trifari splendidi esemplari.

moda anni 60

La moda femminile negli anni ’60

Inoltre, i bijoux di Trifari sono realizzati con una lega metallica, il trifanium, del tutto simile all’oro bianco e giallo per colore e lucentezza, che ha il pregio di mantenerli inalterati col passare degli anni.

A questo si aggiunge la cura nei minimi particolari che li rende affascinanti e preziosi esattamente come i “veri” gioielli e la capacità dei suoi designer di cavalcare ed anticipare le tendenze della moda femminile in tutti i suoi cambiamenti ed evoluzioni.

La designer Diane Love con una collana Trifari disegnata da lei, 1970

La designer Diane Love con una collana Trifari della collezione Ming, in Harper’s Bazaar, 1972

Come si fa a riconoscere un bijoux Trifari? Semplice, basta guardare il marchio stampato sul retro. Il primo marchio Trifari è ‘KTF’ ovvero le iniziali di Krussmann Trifari e Fishel senza corona, in uso dal 1925 al 1937, in seguito il marchio viene realizzato per esteso con varie grafie e varie corone. Si può senz’altro dire, tuttavia, che un bijoux Trifari, al di là del marchio, è riconoscibile per la straordinaria qualità della lavorazione e per l’inalterabilità della luce che emana, anche dopo tanti anni, caratteristica che rende il marchio attualmente ancora tra i più richiesti nell’ambito della bigiotteria vintage.

Autore: Lara De Lena

Photo credit: http://www.caladoriente.it/;

http://www.ebay.it/; https://sararacouture.com; https://www.pinterest.com; Johanne Dubbs Ball, Costume jewelers. The golden Age of Design, Shiffer pubblishing Ltd, USA, 1990